[Traduction française mise en ligne à 04h40 heure de Paris, le mardi 13 janvier 2009]
Vittorio Arrigoni est un activiste italien qui se trouve actuellement sur la bande de Gaza. Il est l'un des nombreux activistes arrivés à Gaza [avant l'offensive israélienne] à bord du bateau de l'association Free Gaza (en anglais). Vittorio (Vik) a un blog, Guerrilla Radio [en italien], et écrit également pour le quotidien italien Il Manifesto . Ses articles dépeignent de façon saisissante ce que les Gazaouis vivent actuellement. Dans l'un de ces articles, un médecin décrit les effets des bombes au phosphore blanc qu'Israël est accusé d'utiliser [en anglais]: “Il dit que ce qui est totalement inexplicable est la totale absence de globes occulaires, qui, même avec des traumatismes de cette violence, devraient rester à leur place, ou au moins, leurs traces.”
Dans son article du 8 janvier, également publié par Il Manifesto en Italie, Vittorio écrit :
“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell'ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l'ultimo miagolio soffocato.” Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell'opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”
A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia, più di cinquanta finora le vittime. Fingo una telefonata urgente, mi congedo da Jamal, in realtà mi dirigo verso i servizi igienici, mi piego in due e vomito.
A ce moment, le docteur se penche vers l'une des boîtes et l'ouvre devant moi. A l'intérieur se trouvent des membres mutilés, des bras et des jambes à partir du genou, ou des fémurs entiers, amputés sur les blessés qui venaient de l'école Fakhura (l'école de l'ONU bombardée) à Jabalia, plus de 50 victimes à ce jour. Je prétends que j'ai un coup de fil urgent à passer, je prends congé de Jamal : mais en fait, je vais aux toilettes, je me plie en deux, et je vomis.
Poco prima mi ero intrattenuto in una discussione con il dottor Abdel, oftalmologo, circa i rumors, le voci incontrollate che da giorni circolano lungo tutta la Striscia secondo le quali l'esercito israeliano ci starebbe tirando addosso una pioggia di armi non convenzionali, vietate dalla Convenzione di Ginevra. Cluster bombs e bombe al fosforo bianco. Esattamente le stesse che l'esercito di Tsahal utilizzò nell'ultima guerra in Libano, e l'aviazione USA a Falluja, in violazione delle le norme internazionali. Dinnanzi all'ospedale Al Auda siamo stati testimoni e abbiamo filmato dell'utilizzo di bombe al fosforo bianco, a circa cinquecento metri da dove ci trovavamo, troppo lontano per essere certi che sotto gli Apache israeliani ci fossero dei civili, ma troppo tremendamente vicino a noi.
Il Trattato di Ginevra del 1980 prevede che il fosforo bianco non debba essere usato direttamente come arma di guerra nelle aree civili, ma solo come fumogeno o per l'illuminazione. Non c'è dubbio che utilizzare quest'arma sopra Gaza, una striscia di terra dove si concentra la più alta densità abitativa del mondo, è già un crimine a priori. Il dottor Abdel mi ha riferito che all'ospedale Al Shifa non hanno la competenza militare e medica, per comprendere se alcune ferite di cadaveri che hanno esaminato siano state prodotte effettivamente da proiettili al fosforo bianco. A detta sua però, in venti anni di mestiere, non ha mai visto casi di decessi come quelli portati all'ospedale nelle ultime ore. Mi ha spiegato di traumi al cranio, con fratture a vomere, mandibola, osso zigomatico, osso lacrimale, osso nasale e osso palatino che indicherebbero l'impatto di una forza immensa con il volto della vittima. Quello che ha detta sua è totalmente inspiegabile, è la totale assenza di globi oculari, che anche in presenza di traumi di tale entità dovrebbe rimanere al loro posto, almeno in tracce, all'interno del cranio. Invece stanno arrivando negli ospedali palestinesi cadaveri senza più occhi, come se qualcuno li avesse rimossi chirurgicamente prima di consegnarli al coroner.
A la fin de l'article, il écrit :
Recandomi verso l'ospedale di Al Quds dove sarò di servizio sulle ambulanze tutta la notte, correndo su uno dei pochi taxi temerari che zigzagando ancora sfidano il tiro a segno delle bombe, ho visto fermi ad una angola di una strada un gruppo di ragazzini sporchi, coi vestiti rattoppati, tali e quali i nostri sciuscià del dopoguerra italiano, che con delle fionde lanciavano pietre verso il cielo, in direzione di un nemico lontanissimo e inavvicinabile che si fa gioco delle loro vite. La metafora impazzita che fotografa l'assurdità di questa di tempi e di questi luoghi.
Dans un article daté du 10 janvier sur son blog, également publié par Il Manifesto, Vittorio raconte à nouveau une visite à l'hôpital :
All'ospedale Al Shifa ieri sono andato a trovare Tamim, reporter sopravvissuto ad un bombardamento aereo. Mi ha spiegato come secondo lui Israele sta adottando le stesse identiche tecniche terroristiche di Al Al-Qaeda, bombarda un edificio, attende l'arrivo dei giornalisti e dei soccorsi, quindi fa cadere un'altra bomba che fa strage di quest'ultimi. Per questo motivo a suo avviso si sono registrate molte vittime fra i paramedici e i reporters, gli infermieri attorno al suo letto facevano cenni di consenso. Tamim mi ha mostrando sorridendo, i suoi moncherini. Ha perso le gambe, ma è felice d’ essersela cavata, il suo collega Mohammed è morto con in mano la macchina fotografica, la secondo esplosione lo ha ucciso.
Dans un article publié sur son blog le 9 janvier, il explique l'importance des tunnels de Rafah :
Il dentifricio, lo spazzolino, le lamette e la mia schiuma da barba. I vestiti che indosso, lo sciroppo per curarmi una brutta tosse che mi affligge da settimane, le sigarette comprate per Ahmed, il tabacco per il mio arghile. Il mio telefono cellulare, Il computer portatile su cui batto ebefrenico per tramandare una testimonianza dell'inferno circostante. Tutto il necessario per una vita umile e dignitosa a Gaza, proviene dall'Egitto, ed è arrivato sugli scaffali dei negozi del centro passando attraverso i tunnel. Gli stessi tunnel che caccia F16 israeliani hanno continuato a bombardare massicciamente nelle ultime 12 ore, coinvolgendo nelle distruzioni le migliaia di case di Rafah vicini al confine. Un paio di mesi fa mi sono fatto sistemare tre denti malconci, alla fine dell'intervento ricordo che ho chiesto al mio dentista palestinese dove si procurava tutto il materiale odontotecnico, anestetico, siringhe, corone in ceramica e ferri del mestiere, sornione, il dentista mi aveva fatto un cenno con le mani: da sotto terra. Non vi è alcun dubbio che attraverso i cunicoli sotto Rafah passavano anche esplosivo e armi, le stesse che la resistenza sta impiegando oggi per cercare di arginare le temibile avanzata dei mortiferi blindati israeliani, ma è poca cosa rispetto alle tonnellate di beni di consumo che confluivano in una Gaza ridotta alla fame da un criminale assedio.
Il conclut ainsi son article :
Gaza è tristemente avvolta nell'oscurità da dieci giorni, solo negli ospedali ci è concesso ricaricare computer e cellulari, e guardare la televisione con i dottori e i paramedici in attesa di una chiamata di soccorso. Ascoltiamo i boati in lontananza, dopo qualche minuto le reti satellitare arabe riferiscono esattamente dove è avvenuta l'esplosione. Spesso ci riguardiamo sullo schermo trarre fuori dalle macerie corpi, come se non bastasse averli visti in diretta. Ieri sera col telecomando ho scanalato sono una televisione israeliana. Davano un festival di musica tradizionale, con tanto di soubrette in vestiti succinti e fuochi artificiali finali. Siamo tornati al nostro orrore, non sullo schermo, ma sulle ambulanze. Israele ha tutti i diritti di ridere e cantare anche mentre massacra il suo vicino di casa. I palestinesi chiedono solo di morire di una morte diversa, che so, di vecchiaia.
La photographie ci-dessus, publiée avec l'aimable autorisation de Free Gaza, représente Vittorio Arrigoni.
9 commentaires
merci pour toutes ces traductions.
Comme dirait n’importe quel représentant du gouvernement israélien:”c’est nous les victimes, ne l’oublions pas quand une alerte nous interrompt le café à Sderot”
“Le reste est de la complicité islamo-gauchiste avec les terroristes du Hamas.”
Nous contemplons les effets d’un rapport de force qui confisque le droit avec la vie des palestiniens et que l’Europe, sous présidence française, a récemment sanctifié, ne l’oublions pas non plus…
David ; Goliath … c’est l’histoire revisitée.
Goliath a retenu la leçon … les fléchettes ne l’atteindront pas.
Mon coeur saigne de la lâcheté du monde …
merci pour ces témoignages courageux.
Oui merci beaucoup pour les trad. et à cet italien volontaire plein de courage.
Ce qui laissent les sionistes à agir de la sorte ce sont les USA , les responsables americains ne voient que ce qu’ils leur disent les sionistes, ils n’ont jamais pris une initiative propre à eux , ils (USA)ne sont pas libre de leur mouvements et par consequence ils ne sont pas encore independants , il faut que les libero du monde entier aident les dirigeants USA à couvrir leur independance et se detacher du joug sioniste.
VITTORIO ARRIGONI , mon frère, je dis mon frère et je ne sais pas si tu m’accordes cet honneur ; toi qui a offert ton cœur et ton âme non pas seulement au peuple palestinien mais à toute l’humanité . VITTORIO , je suis sûr que tu es maintenant au paradis. Là-bas , je suis sûr aussi que ton jugement sera résumé en une seule question : Notre Dieu Le Miséricordieux te dira ” Vittorio , qu’est-ce qui t’a laissé quitter ton pays pour aller défendre une cause qui n’est pas la tienne ? “. A cet instant , tu pleureras Vittorio , toi qui n’as jamais pleuré sur terre, tu pleureras entre le mains de ton Dieu et tu répondras : l’injustice, mon Dieu, l’injustice…